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L'alimentazione dagli anni '80 ad oggi

Alimentazione anni '80: dai fast food a una nascente consapevolezza 

L'alimentazione dagli anni '80 ad oggi

Negli ultimi cento anni abbiamo assistito ad una vera e propria rivoluzione alimentare attraverso guerre, consumismo e globalizzazione.

Con il dopoguerra, grazie al boom economico, aprono nuove fabbriche, supermercati ed in seguito i centri commerciali: inizia l’era del consumismo, le città si popolano e in televisione la reclamizzazione del cibo è in crescita.

Fastfood Italiano

Mentre Madonna spopola con outfit molto eccentrici cantando “Like a virgin” e “Material girl”, il consumismo diventa un fenomeno planetario: la moda cambia, la cura del corpo diventa una vera ossessione fra lampade abbronzanti e sedute di fitness con tutine dai colori fluo, al termine della propria giornata ci si ritrova per un aperitivo con amici e colleghi. Gli europei, ma sopratutto gli italiani, essendo popoli che amano la compagnia hanno fatto della mondanità un vero e proprio rito.

Nel 1981 a Milano apre Burghy, il primo fastfood italiano ed assieme ad altri fa da apripista a questo tipo di locali, dove è possibile scegliere fra hot dog, hamburger e patatine fritte con maionese e ketchup, accompagnati da grandi bicchieri di bevande zuccherine. La colazione al bar con cappuccio e brioches, assieme alla pizza o al tramezzino “prosciutto, funghi e maionese” fuori dalla scuola insieme ai compagni, diventerà le nuove abitudini che rimarrà salda nel tempo.

In questo lungo periodo di trasformazione, in cui il mondo sta cambiando non importa che il cibo sia più o meno sano, fritto, filante, caldo, freddo, saporito, unto o zuccheroso, è importante che faccia sentire bene ma sopratutto che sia un momento di convivialità e spensieratezza. Nasce, così, il così detto comfort food, legato spesso al fast food o comunque a piatti ricchi di zucchero, sale, grassi saturi e meno di nutrienti come vitamine, minerali, antiossidanti e prodotti integrali. Il cibo spazzatura, scopriremo essere il principale responsabile di sovrappeso e obesità, diabete, patologie neurodegenerative, cardiovascolari e ipercolesterolemia.

Nuove consapevolezze

Alla fine degli anni ‘80 inizia una nuova consapevolezza nei confronti del cibo cambiando le scelte dei consumatori che spesso hanno anche la possibilità di coltivare un orto. Si realizzano ricette comunque elaborate e caloriche come le penne alla vodka o le lasagne alla boscaiola, ma sulle tavole non mancano mai le verdure e la frutta spesso di stagione, quindi ricche di sostanze importanti per la salute come vitamine, minerali e antiossidanti che non solo contribuiscono a rallentare il precoce invecchiamento dei nostri tessuti, ma garantiscono anche il benessere psico-fisico riducendo l’attività infiammatoria di alcuni cibi.

Nonostante gli anni '80 e '90 siano anni frenetici in cui assistiamo a forti cambiamenti, vi è più informazione e nasce una nuova consapevolezza che si possa prevenire o curare l’insorgenza di patologie, laddove sia possibile. Nascono, così, corsi di cucina macrobiotica, seguiti da numeri sempre maggiori di persone che vogliono rivedere le proprie abitudini alimentari. Prendono piede i negozi bio e nella lista della spesa compaiono sempre più spesso cibi caratteristici della cultura orientale, dalla salsa di soia, il Tofu e il tempeh, alla zuppa di miso e il gomasio.

Si ritorna a parlare di alimentazione sana e mediterranea, intesa anche come stile di vita, riconsiderando inoltre il concetto di agricoltura sostenibile, ovvero, nel rispetto del suolo e dell’ambiente. Proprio sull’onda di questa evoluzione nasce il brand Pomì che, fin da allora, applica ai propri prodotti i principi di agricoltura sostenibile e garantisce un pomodoro 100% italiano.

Sulla scia di questa rivoluzione alimentare, anche le ricette vengono riviste in una modalità “green” come per le lasagne alla boscaiola che possono essere rivisitate in veste vegetariana e senza glutine: ad esempio sostituendo la pasta con le taccole e aggiungendo passata di pomodoro Pomì; invece di una besciamella si può utilizzare un pecorino erborinato oppure un prodotto fermentato come il tempeh, nella versione vegana, che grazie alla fermentazione è utile alla salute del nostro intestino.

Mentre alcune ricette si trasformano nel tempo altre rimangono invariate per la loro semplicità e completezza nutrizionale come pasta e legumi oppure l’orzo con pomodoro e feta. In particolare l’orzo era il cereale preferito da Ippocrate perché ricco di fibra e minerali dal punto di vista macrobiotico è indicato nella stagione calda per le sue proprietà rinfrescanti, meglio se abbinato a verdure. Antinfiammatorio e depurativo, è ricco di Tocotrienolo, sostanza che rallenta la produzione del colesterolo cattivo (LDL).

 

A cura di Dietista Paola Chiari

e se mi prende
il momento #chef?