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Ci mangiamo qualcosa?

Ecco finalmente una buona notizia: gli italiani sprecano meno, il 25% in meno, mica bricioline!

Ci mangiamo qualcosa?

Ce lo assicura l’osservatorio Last Minute Market, da anni in prima linea per combattere gli sprechi alimentari e aiutarci a consumare meglio.
 

Sono numeri importanti perché si traducono in un risparmio economico immediato, sonante (quasi 5 euro in meno per famiglia a settimana), e che non ci costa quasi nulla: solo un po’ di buon senso e un pizzico di organizzazione domestica. Una lista dettagliata prima di tuffarci fra le scansie e pianificare cosa mangiare in anticipo sono semplici trucchetti che migliorano la nostra gestione familiare e contrastano un fenomeno diffuso quanto incredibile: una parte – ora inferiore, ma dobbiamo fare meglio – di quanto compriamo lo buttiamo. Così, dal frigo al secchio della spazzatura.

Assurdità che costa soldi a noi sullo scontrino e all’economia (e quindi ancora a noi) in senso più ampio: basti pensare che per “annaffiare” tutte le nostre coltivazioni impieghiamo una quantità di acqua pari a 80 piscine olimpioniche, 73 milioni di metri cubi al giorno. [Barilla Center for Food and Nutrition]

Parliamo di agricoltura, di verdura e frutta perché sono alla base di tutto, non solo dei prodotti che consumiamo direttamente, ma anche di quelli che servono per i nostri animali, anzi il 59% della terra coltivata è destinata alla produzione di foraggio. [J.S. Foer, Possiamo salvare il mondo prima di cena] Una percentuale considerevole dovuta all’aumento del consumo di carne che, su scala mondiale, è passato dai 70 milioni di tonnellate degli anni 1960-1970, ai 330 milioni di tonnellate registrati nel 2017 [FAO]. La dieta mediterranea orienta ancora le nostre scelte e ci aiuta a mantenere una maggiore misura rispetto ai cugini americani, ma qualche cambiamento si è registrano anche da noi.

È importante, allora, comprare e consumare usando la testa. Per abitudine e per facilità scegliamo spesso gli stessi tagli che, oltre a diventare un po’ noiosi e piuttosto cari, rappresentano solo una piccola parte delle risorse disponibili. Allora facciamoci furbi e pensiamo, per esempio, alla coda di bue come un ottimo stracotto, al lesso del brodo come buone polpette del giorno dopo, o un umido succulento se “rifatto” con un po’ di pomodoro; lingua, nervetti e tripperie varie sono ottime anche senza fagioli e parmigiano – se cerchiamo maggiore leggerezza – basta intiepidirle e servirle in insalata, con sedano e carote, i durelli di pollo sono un ragù perfetto per le tagliatelle e un gustoso stufato con le patate. Provate, non ci costa (quasi) nulla!


Elisa Azzimondi

 

e se mi prende
il momento #chef?