I Cappelletti sono un piatto nobile - la pasta all’uovo ripiena dei giorni di festa - che in centro Italia si gusta in brodo di cappone o gallina.
La tradizione di mangiarli per le festività - a Natale ma anche nella calura di agosto per l’Assunzione della Vergine Maria - deriva dal fatto che i Cappelletti erano cibo da ricchi, che le famiglie più umili si concedevano solo in occasioni speciali.
Per questo ancora oggi, augurare “cappelletti in tavola” è augurio di prosperità.
La Geografia dei Cappelletti
Alcuni storici dell’enogastronomia ne attribuiscono la paternità alla gente di Romagna e Reggio Emilia, mentre a Modenesi e Bolognesi affidano quella dei Tortellini.
I “Cappelletti all’uso di Romagna” di Pellegrino Artusi - autore della Bibbia dei Gastronauti - si preparano con ripieno di ricotta, parmigiano, uovo, sentore di noce moscata, pepe appena macinato, sale e scorza di limone grattugiato (“La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene”, 1891).
In Emilia, il ripieno si arricchisce di carne di manzo, nelle Marche di maiale, midollo di bue o tacchino, in Umbria di carni bianche assortite (i Cappelletti di Gubbio).
Curiosa, dolce e leggermente piccante, la variante di Ferrara e Mantova, dove i Cappelletti si fanno più grandi e asciutti, e il ripieno è a base di zucca (Cappellacci)!
Curiosità
Cappelletti è il vero cognome della Giulietta di William Shakespeare e della sua nobile casata, cavalleggeri al servizio della Repubblica di Venezia da sempre in lotta con i Montecchi.
Shakespeare in “Romeo and Juliet” (1594-1596) tradusse Cappelletti in Capulet, a sua volta italianizzato in Capuleti.
Etimo e tradizioni
I “Cappelletti, in dialetto romagnolo caplét, prendono il nome dalla forma del cappello indossato dalla gente di campagna, con cupola pronunciata e tesa corta (la “galonza”), per questo ribattezzato “cappelletto”.
Il ripieno è comunemente chiamato compenso, in dialetto cumpéns!
Ai Cappelletti è spesso associato il rituale di chiuderli insieme, ritrovarsi in famiglia alla vigilia delle feste e chiacchierare intorno alla tavola, mentre si lavora la sfoglia sul tagliere e si distribuisce il compenso sul disco dorato coinvolgendo nella chiusura dei cappelletti anche i bambini.
Per questo consideriamo i Capelletti un comfort food, che ricorda le nonne, le azdòre di Romagna, e ricuce le storie di famiglia.
We love Cappelletti!
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