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Patrimonio dell’umanità

La quinta sessione del Comitato Intergovernativo dell’UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell’umanità

Patrimonio dell’umanità

La quinta sessione del Comitato Intergovernativo dell’UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell’umanità, il 17 novembre 2012 ha iscritto la Dieta Mediterranea nella prestigiosa lista dei patrimoni da salvaguardare di valore planetario.
Tale importante riconoscimento consente di accreditare quel meraviglioso ed equilibrato esempio di contaminazione naturale e culturale che è lo stile di vita mediterraneo come eccellenza mondiale. Per determinare se la Dieta avesse diritto all’importante riconoscimento ci sono voluti ben quattro anni di lavoro, durante i quali si è valutata l’importanza culturale delle abitudini alimentari delle popolazioni che si affacciano nel mare Mediterraneo e riconosciuta la necessità di tutela per l’intera umanità.

Stile di vita mediterraneo

Il riconoscimento dell’UNESCO “certifica” in qualche modo ciò che la scienza dell’alimentazione riconosce da decenni con il nome di Dieta Mediterranea, cioè il regime alimentare che più di ogni altro garantisce una maggior salute agli esseri umani rappresentando, tra le attività modificabili, la maggiore forma di prevenzione dalle malattie anche gravi come i tumori garantendo una migliore qualità e maggiore attesa di vita.

Il termine “dieta” si riferisce all’etimo greco “stile di vita”, l’aggettivo “mediterranea” un modello virtuoso formatosi tra le popolazioni bagnate dal mare che ha visto nascere la civiltà.
Un modello di vita che rappresenta un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni, che vanno dal paesaggio alla tavola, includendo le colture, la raccolta, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e, in particolare, il consumo di cibo. Il modello nutrizionale è costituito principalmente da olio di oliva, cereali, frutta fresca o secca, verdure, una moderata quantità di pesce, latticini e carne, e molti condimenti e spezie, il tutto accompagnato da vino o infusi, sempre in rispetto delle tradizioni di ogni comunità.

I territori

La Dieta ha le sue radici nel territorio e si basa sul rispetto della biodiversità, garantendo la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all'agricoltura nelle comunità del Mediterraneo in particolare nelle zone della Soria in Spagna, Koroni in Grecia, Cilento in Italia e Chefchaouen in Marocco.

Un patrimonio di tradizioni

La Dieta Mediterranea è molto più che un insieme di alimenti e abilità agroalimentari, perché promuove l’interazione sociale scandita da costumi, festività, conoscenze, racconti e leggende, ognuna delle quali legata a un alimento o da preparazioni gastronomiche che danno vita a piatti da consumare nel quotidiano e durante le celebrazioni religiose.
Le donne svolgono un ruolo fondamentale nella trasmissione delle tradizioni e delle competenze, gesti e riti senza i quali la Dieta Mediterranea non sarebbe arrivata fino a noi e non avrebbe potuto rappresentare una via al benessere per l’intera umanità.

A proposito di pomodoro

Il pomodoro, come l’olio d’oliva e i cereali, è un alimento di base della Dieta Mediterranea nonostante la sua origine sud americana e il fatto che la sua coltivazione sia iniziata in Italia - nel sud della regione Campania - solo intorno al XVII secolo. Il pomodoro che conosciamo è, di fatto, tutto italiano perché quello portato da Cortés nel 1540 in Europa era color giallo oro (come dice il suo nome). Quello rosso è frutto d’italianissime selezioni e innesti per merito dei contadini campani che hanno portato questo meraviglioso ortaggio a divenire l’alimento quotidiano delle popolazioni mediterranee. Le specie selezionate in Italia si sono poi diffuse in Europa, Cina e in tutto il globo.

e se mi prende
il momento #chef?